Il calcio italiano vive un momento di grande difficoltà a tutti i livelli. Più si scende verso le categorie inferiori alla serie A, peggiore è la situazione. I mancati guadagni derivanti da gestioni poco attente, i diritti televisivi sempre più concentrati verso le grandi società, costringono le piccole squadre di provincia a trovare introiti da altre situazioni.
Uno stadio di proprietà potrebbe risolvere questo problema?
Fino agli anni 90 il nostro calcio era molto attrattivo per l’indotto economico e sportivo tanto da generare plusvalenze notevoli. Da qualche anno invece la tendenza è differente poiché i maggiori introiti non derivano più da sponsorizzazioni commerciali, abbonamenti, diritti tv.
I campionati di calcio di riferimento sono diventati quelli Inglesi, in cui il merchandising e gli stadi proprietà sono diffusi anche nella categorie inferiori, facendo “vivere” il business tutti i giorni e non solo durante le gare ufficiali.
In Italia gli introiti tv sono ancora il 50% del totale fatturato, per cui rappresentano una voce importante. L’obiettivo di tutte le società è quello di aumentare gli introiti commerciali e le modalità sono diverse da squadra a squadra, in base al bacino d’utenza, i supporter, la categoria dei campionati.
Lo stadio di proprietà è una leva fondamentale per il marketing sportivo in quanto genera fatturati costanti e giornalieri. In Italia le squadre che possono vantarsi di possedere una struttura di proprietà sono: Juventus, Udinese, Sassuolo, Frosinone, ma si potrebbero aggiungere Roma, Cagliari e Atalanta nei prossimi anni.
In Inghilterra, il primo club con introiti a doppia cifra è quello del Manchester United che genera circa 25 milioni di euro ogni anno. In Italia, lo stadio della Juventus genera 5 milioni di euro ogni anno, di cui solo una parte minore finisce nelle casse bianconere, mentre la maggior parte è della società che lo gestisce. Solo il Mapei Stadium, di proprietà della Mapei (azienda del presidente del Sassuolo), genera una sponsorizzazione di circa 26 milioni di euro.
I risultati si vedranno nel medio e lungo termine, in particolare per l’area commerciale interna agli stadi, al momento però in Italia bisogna fare i conti con la burocrazia e la lentezza della macchina statale che blocca molte iniziative. Da una parte il Governo non legifera, ma la Federazione non spinge per favorire tutto questo.
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